Descrizione
Santa Maria in Pantano è un’antica Chiesa che sorge a 1159 mt. s.l.m. e raggiungibile solamente dopo 30-40 minuti di cammino provenendo da Colle di Montegallo.
Nel mezzo di un rigoglioso bosco e di pascoli, su di una splendida piana, è ubicata tra una pineta su di un lato e le pendici dei monti dall’altro. Seguendo la strada sterrata che passa vicino alla “Fonte Santa”, troverete in una collocazione solitaria e senza collegamenti stradali di rilievo, la Chiesa di Santa Maria in Pantano o Chiesa delle Sibille. Il caratteristico toponimo “in Pantano” trae origine dalla presenza di una rigogliosa fonte di acqua sorgiva. La sua posizione individua uno dei valichi storici transappenninici del territorio Piceno e costituiva un riferimento e una meta privilegiata per viandanti, pellegrini, pastori, braccianti e mercanti. Fino ai primi anni del Novecento la Chiesa faceva da scenario ad una grande fiera che richiamava l’attenzione delle popolazioni limitrofe che si svolgeva la terza domenica di Luglio almeno sin dall’ XVII° sec. per effetto di una concessione appositamente rilasciata da Papa Innocenzo XII° nel 1694.
Ci troviamo ai piedi dei Monti Sibillini, ossia i monti delle Sibille (antiche sacerdotesse che sapevano predire il futuro perché intermediarie tra l’uomo e Dio e depositarie di segreti e misteri) sotto l’imponente mole del Monte Vettore, una delle vette più alte della catena, nel comune di Montegallo. La più antica attestazione di Santa Maria in Pantano è la conferma della giurisdizione sulla “Graciam de Pantano” presente nel diploma concesso da Federico II nel 1223 a Margherita badessa del monastero ascolano dei SS Matteo ed Antonio di Campo Parignano. La grancia, ossia un’azienda agraria che si colloca in un territorio e ne diventa un caposaldo economico ed organizzativo, è l’unità tipica del processo di espansione dei Cistercensi; quindi S. Maria in Pantano fu parte integrante della realtà insediativa tipica del movimento cistercense. Le sue origini non sono databili in modo preciso, però più volte ci si riferiva alla notizia della sua fondazione ad opera del Vescovo ascolano Audere o Auclere (745-780) ma al riguardo non ci sono documentazioni.
Comunque è certa l’esistenza di una Chiesa più antica dell’attuale e intorno alla Chiesa superstite, agli inizi del Novecento erano osservabili i ruderi dei fabbricati che la completavano in virtù del suo prezioso ruolo di riferimento. L’alta qualità e singolarità degli affreschi di Martino Bonfini che si trovano all’interno può solo riconfermare il forte valore simbolico goduto dalla Chiesa non solo per la sua felice collocazione geostorica ma anche per il rapporto che essa aveva stabilito con un forte tessuto di credenze e tradizione, ben vive nell’area dei Sibillini almeno sin dal XV° sec.
A seguito del Sisma del 2016 la Chiesa non è più agibile.