Descrizione
Sui Monti Sibillini vi sono numerose grotte che nell’antichità venivano utilizzate a scopo eremitico dai monaci o dai frati. Qui nel comprensorio di Fiastra, sul versante sud del Monte Fiegni, su una parete rocciosa sovrastante le Gole del Fiastrone, si trova la Grotta dei Frati, un complesso di tre grotte di origine carsica formatesi a seguito dell’erosione delle piogge e degli agenti atmosferici che hanno dato forma a questi angusti ambienti scavati nella montagna. Un luogo selvaggio e solitario, adatto alla vita contemplativa e di rinuncia, dove la preghiera si elevava per raggiungere l’Altissimo.
Le origini di questa grotta sono molto remote e, per secoli, è stata dimora, luogo di culto e di preghiera dei monaci benedettini. Intorno al 1200 vi si insediarono i frati Clareni, frati dissidenti e seguaci di Angelo Clareno, un francescano che si allontanò dall’ordine e che ebbe il permesso da Papa Celestino V di costituire una congregazione autonoma di religiosi. La soppressione dell’ordine venne decretata nel 1568 da Papa Pio V e successivamente assorbito dai frati Minori osservanti.
I frati Clareni eseguirono dei lavori per rendere più agibile questo luogo impervio ed inaccessibile: costruirono una cisterna per la raccolta delle acque ed innalzarono dei muri sulla roccia che dovevano fungere da base di appoggio per la costruzione delle pareti perimetrali del convento, costituito da un piano terra, un primo piano ed un sottotetto. Al primo piano si accedeva attraverso una rampa di scale tutt’ora intatte che si trovano alla destra dell’entrata della grotta.
A circa 10 mt. dall’ingresso, i frati costruirono anche la Chiesa di Sant’Egidio, una piccola cappella in stile gotico ed a pianta quadrata, alta circa 2 mt. e con volta a crociera divisa da quattro costoloni in cotto. L’origine del nome della chiesa deriva da un omonimo sperone di roccia che si staglia proprio di fronte alla grotte e su cui si dice che il frate eremita fosse solito sostare in meditazione e preghiera. Sappiamo che qui nella grotta nel 1587 ci vivevano sette frati e che nel 1652, a seguito della soppressione di alcune piccole comunità, il convento fu affiliato a quello di Colfano, situato in località Camporotondo di Fiastrone. Con il passare del tempo, nel XVII sec. venne abbandonato, la vegetazione cominciò a prendere il sopravvento ed il terreno e i detriti portati dalle acque invasero l’interno della grotta che venne quasi completamente sepolta. Negli ultimi anni, grazie proprio ai frati Minori di Colfano, il luogo è stato ripulito ed è tornato al suo stato primitivo.
Alla sinistra dell’ingresso si trovano un altare in pietra e dei resti di mura che dovrebbero essere i residui di un corridoio che serviva per mettere in comunicazione la grotta vicina nella quale si trova un vasto ambiente dalla forma rettangolare e delle piccole celle che quasi sicuramente fungevano da giaciglio ed alloggio per gli eremiti. La grotta centrale si apre fino ad arrivare a raggiungere una larghezza di circa 8 mt., è alta 2,50 mt. ed è lunga 20 mt. Ai suoi lati se ne aprono altre due di dimensioni più modeste nella quale, in una di questa, chiamata Grotta del Lavatoio, è ancora possibile vedere quel che resta di un forno e di una mangiatoia in pietra che veniva utilizzata per le bestie da soma.
La Grotta dei Frati è anche chiamata Grotta dei Partigiani visto che nell’ultimo conflitto al suo interno vi hanno trovato rifugio gli uomini della resistenza delle frazioni vicine.
Foto di Trekkingmontiazzurri.com