Descrizione
Il Santuario del Macereto è un complesso religioso che sorge su di un altopiano del versante occidentale dei Monti Sibillini a pochi chilometri da Visso, a circa 1.000 mt. di altitudine sul luogo nel quale, secondo la tradizione, il 12 agosto del 1359 un mulo che trasportava da Ancona al Regno di Napoli un simulacro della Madonna qui si inginocchiò e non volle più ripartire.
Alcuni passanti, accorsi per prestare il proprio aiuto, videro in quello che era accaduto un segno divino e pretesero che qui venisse costruita una piccola chiesa che potesse custodire l’immagine della Madonna.
Sorse quindi la primitiva cappella su di un antico itinerario lauretano che i pellegrini dell’Abruzzo e della Sabina percorrevano per raggiungere il Santuario di Loreto.
Nel 1529 la comunità di Visso diede incarico a dei mastri lombardi che operavano in Umbria di costruire una chiesa più grande che potesse contenere la vecchia cappella ed iniziarono quindi i lavori su disegno dell’architetto Giovan Battista da Lugano che riprese un progetto del Bramante del 1505. Con la morte del Lugano, che precipitò dalle impalcature e qui venne sepolto, i lavori furono interrotti riprendendo solo nel 1553 sotto la guida di Filippo Salvi da Bissone, per terminare poi nel 1556.
Il Santuario, tutto rivestito in travertino, si presenta a pianta ottagonale con tre avancorpi su cui si aprono altrettanti portali rivolti verso Visso, Ussita e Cupi, riccamente scolpiti ed impreziositi da bassorilievi e colonnine con capitelli corinzi che danno accesso all’interno.
La facciata principale presenta una finestra rotonda con cornice dentellata ed un portale a strombo con bassorilievi mentre il retro della struttura è composto da un corpo irregolare nel quale, a fine lavori, è stato inglobato quel che resta di un alto campanile che, a causa di un cedimento del terreno, non venne più rialzato.
L’interno è a croce greca con i quattro bracci che terminano in quattro absidi con nicchie. Le arcate che sostengono la cupola poggiano su pilastri dorici e corinzi che sono addossati ad un secondo ordine di mura.
Al centro della chiesa è possibile ammirare la primitiva cappella che, tra il 1585 ed il 1590 Pietro Casella di Corona rivestì con la pietra del luogo. La cappella presenta due portali con elementi classici ed al suo interno è posto un altare ligneo dorato del Cinquecento ed una copia della statua della Madonna del 1400 il cui originale è oggi conservato nel Museo Pinacoteca di Visso (allestito all’interno della Chiesa di Sant’Agostino).
Nell’abside che contiene l’altare maggiore sono da ammirare pregevoli stucchi, statue ed alcune opere di Simone de Magistris, realizzate tra il 1580 ed il 1582 tra le quali citiamo: il Natale di Gesù, l’Adorazione dei Magi, la Discesa dello Spirito Santo, la Circoncisione, la Natività della Madonna e la Fuga in Egitto.
Sull’altare maggiore realizzato nel 1924 in marmo travertino e posto al centro dell’abside,è raffigurata la Resurrezione che il pittore Angelo Righi realizzò nel 1598.
Sull’architrave della porta che conduce alla cantoria venne scolpito, nel 1560, un bassorilievo raffigurante Santa Caterina d’Alessandria e due candelieri.
Tra il 1534 ed il 1549 Paolo III che allora in veste di cardinale andò in visita al Comune di Visso ed al Macereto, elevò la chiesa a Basilica.
Nel 1741, grazie ad un’elargizione di Clemente XII, la chiesa venne restaurata e, in ricordo di ciò, al termine dei lavori, furono poste due lapidi sulla parete di uscita della chiesa. Quella di destra a ricordo della protezione della Vergine durante i terremoti del 1719 e del 1730 e dei suddetti lavori; quella di sinistra invece per la protezione della peste del 1657 e del terremoto del 14 gennaio del 1703.
Il 26 settembre del 1997 un violento e continuo sciame sismico imperversò per giorni su tutto il territorio ed il Santuario subì seri danni tra cui il distacco dei tre portali esterni dalla muratura retrostante, numerose lesioni, gravi fratture ed aperture di fessure un po’ su tutta la struttura. La Conferenza di Servizi il 6 agosto del 1999 approvò quindi un progetto di ristrutturazione delle zone interessate che, grazie ai lavori di ripristino e restauro, poterono tornare al loro antico splendore.
Del complesso fanno parte anche la Casa dei Pellegrini, la Casa del Corpo di Guardia ed il Palazzo delle Guaite, edificato tra il 1571 ed il 1583 e racchiuso, insieme al Santuario, in un recinto di mura con portico interno che fungeva da centro di attività economiche e commerciali per gran parte del territorio montano.
Nel portico, che dava rifugio ai pellegrini ed ai viandanti che su queste terre si trovavano a passare, venivano esposte le mercanzie ed i pastori vi si recavano per fare gli acquisti necessari alla imminente transumanza.
Ancora oggi il Santuario, che rappresenta la maggiore espressione dell’architettura rinascimentale del 1500, stupisce per le perfette linee e lo stupendo contesto paesaggistico nel quale si trova immerso: un luogo dove ritemprare lo spirito e la mente.