Descrizione
Il fungo Prataiolo Maggiore o Turino (Agaricus arvensis) deriva il suo nome dal latino “agaricus” che significa campestre e “arvensis”, campo arato e fa riferimento ai luoghi dove cresce e si può trovare sui Monti Sibillini.
Il cappello può raggiungere dimensioni notevoli (dai 6 ai 20 cm e in alcuni casi anche oltre). E dapprima ovoidale e più convesso o scarsamente dilatato, a volte con umbone molto ampio, bianco lucido a riflessi sericei, molto carnoso, talvolta fessurato ai bordi.
Il gambo è robusto, cilindrico e con bulbosità basale appena accennata, con bordo recante residui di velo a forma di festone e provvisto di anello ampio, striato in senso longitudinale. Il gambo è dapprima pieno e poi poco cavo.
Le lamelle, sono molto alte, fitte, con lamellule piuttosto arrotondate non aderenti al gambo. Inizialmente bianche, poi grigio –rosate e infine color seppia.
La Carne del Prataiolo Maggiore è di colore bianco, quasi immutabile, che tende leggermente ad ingiallire. Nella fase iniziale è soda e spessa ma man mano che matura diventa più soffice. L’odore è molto gradevole, leggero, delicato e profuma quasi di pane fresco. Se viene strofinato si accentua l’odore di anice. Ha un sapore dolce di nocciole.
Il periodo di crescita del Prataiolo Maggiore è soprattutto in estate ed inverno, si sviluppa su prati, radure e anche boschi soleggiati di latifoglie e conifere. Dalla pianura alla montagna.
Dal lato gastronomico è un fungo molto apprezzato e buono anche crudo, si presta all’essicazione. La gradevolezza della sua carne lo rende molto versatile in cucina e può essere cucinato in vari modi: in insalata con altre verdure, trifolato, in umido, al burro fritto e molti altri.
Il Prataiolo Maggiore contiene molte sostanze utili al nostro corpo, pochissime calorie (quindi adatto per chi sta a dieta), ha fibre e un buon numero di minerali come potassio, magnesio, selenio, fosforo. Aiuta inoltre a contrastare infiammazioni e a controllare il colesterolo. Il suo apporto di proteine è utile anche per chi pratica diete vegetariane.
ATTENZIONE:
è confondibile con alcune amanite velenose, che però hanno lamelle sempre bianche ed evidente volva basale.
ATTENZIONE: Le immagini e le informazioni riportate in questa scheda sono puramente indicative e non possono sostituire l’accertamento effettuato da un professionista. NON AFFIDARTI MAI completamente ad una guida on-line o a libri di testo per il riconoscimento di una nuova specie fungina mai raccolta prima, a meno che tu non abbia competenze tecniche micologiche. Guide, manuali ed articoli descrittivi hanno solo e soltanto scopo didattico.
Esistono centri specializzati presso le ASL (Ispettorati Micologici) o presso le Associazioni Micologiche che sono preposti per il riconoscimento e l’accertamento della commestibilità dei funghi. ‼
Ogni anno sono “migliaia le persone che in tutta Italia presentano sintomi di intossicazione dopo aver consumato funghi”