Descrizione
La tradizione narra che il primo insediamento di Preci risale agli inizi del V sec. quando un gruppo di monaci ed eremiti siriani capitanati da Santo Spes si insediò in alcune grotte artificiali scavate nella roccia e situate presso l’Abbazia di Sant’Eutizio, da loro in seguito fondata (per la storia dell’Abbazia vedi Piedivalle). Infatti la presenza in quell’epoca di numerosi eremi è testimoniata nel testo “Dialogorum libri” del 594 d.C: di San Gregorio Magno.
L’origine del Comune di Preci risale al XII sec. allorché tutta la montagna dell’Umbria sud-orientale era compresa nel Ducato di Spoleto il quale era amministrato da un governatore nominato dallo Stato Pontificio.
A seguito di un conflitto scoppiato tra il Papa e l’Imperatore, i comuni di Norcia e Spoleto cominciarono ad espandere i loro confini ed ampliare la loro giurisdizione inglobando i territori circostanti. Fu in seguito a ciò che gli insediamenti di montagna, fino a quel tempo privi di mura di protezioni e torri di avvistamento, cominciarono a svilupparsi ed a fortificarsi, diventando dei castelli all’interno dei quali si erano ben organizzati dei piccoli comuni rurali. I massari, coloro che gestivano l’ordinaria amministrazione, controllavano le terre coltivate ed amministravano i beni della collettività e periodicamente si riunivano in Consigli Generali a cui avevano diritto di partecipare tutti i capi famiglia.
Su invito di San Francesco d’Assisi, che in quegli anni andava predicando per l’Umbria l’assistenza ai poveri ed agli ammalati, nel 1218 venne edificato in località San Lazzaro al Valloncello un lebbrosario, frutto di una cospicua donazione di alcuni Signori di Roccapazza (castello posto poco sopra San Lazzaro che andò completamente distrutto nel 1328) ai monaci dell’Abbazia. L’edificio si componeva di tre piani dove in ampie camerate riposavano gli ammalati con le loro famiglie. Rimase attivo fino alla metà del 1450 ed oggi l’edificio è stato trasformato in residenze private.
Nella seconda metà del XIII sec. fu costruito un castello dove ora sorge l’attuale Preci e nel 1276 tutto il territorio fu annesso a Norcia, fino ad allora dipendente dall’Abbazia di Sant’Eutizio. A seguito di una nuova ripartizione territoriale, avvenuta sempre nel XIII sec. e causata dall’invasione francese che diede vita alla repubblica romana, Preci fu inserito nel comune di Visso. Il primo documento nel quale compare Preci con il nome di “Castrum Precis” risale al 21 marzo del 1385.
Nel 1528 Norcia rase completamente al suolo Preci a causa di una violenta ribellione di tutti i suoi abitanti i quali ambivano a diventare un castello autonomo e godere di una propria indipendenza ed i responsabili di questa ribellione, assieme alle rispettive famiglie, furono esiliati a Castel Precino, l’attuale Castelluccio di Norcia, posta alle falde del Monte Vettore. Passarono ben cinque anni prima che si diede inizio ai lavori di ricostruzione del castello su consenso di Papa Paolo III dopo che ebbe la certezza di una riappacificazione duratura tra Norcia e i preciani acconsentendo, questi ultimi, a fare atto di sottomissione appunto a Norcia.
Questi sono gli anni che hanno visto l’affermarsi della Scuola Chirurgica Preciana (vedi capitolo successivo) già attiva nei secoli scorsi e che divenne talmente conosciuta al punto che la sua fama varcò i confini nazionali. Infatti l’insediamento, grazie anche ai facoltosi chirurghi che eressero splendidi palazzi affidandosi alle abili ed esperte mani di maestranze lombarde operanti nella zona, assunse un aspetto elegante con solidi edifici in pietra dalle linee sobrie e severe e bei portali sormontati da stemmi. Anche gli edifici di minore importanza vennero edificati senza tralasciare l’utilizzo di elementi architettonici di discreto interesse.
Con la seconda invasione francese avvenuta nel 1809 che portò i territori pontifici ad essere annessi all’impero, Preci nel 1817, per volere di Papa Pio VII, fu elevato a grado di “mairie” (comune) e fu compreso nella delegazione di Spoleto e nel governo distrettuale di Norcia, conquistando così una propria autonomia amministrativa.
Inizialmente acquisì le seguenti frazioni: Acquaro, Belforte, Collazzoni, Corone, Montaglioni, Montebufo, Poggio di Croce, Piè di Valle, Roccanolfi, Todiano, Valle, Collescille e Villarella. Dopo circa dieci anni si unirono Castelvecchio e Saccovescio ed in quello stesso anno tutto il territorio di Preci contava 2.578 abitanti.
Nel 1860, il Comune di Preci entro a far parte del nuovo Regno d’Italia.
L’evoluzione demografica di Preci ha visto negli anni un forte decremento a causa dell’emigrazione verso le grandi città o paesi stranieri. Di seguito riportiamo il numero di abitanti di Preci registrato nei censimenti dal 1861:
Anno 1861 – 3.074 abitanti
Anno 1871 – 3.261 abitanti
Anno 1881 – 3.141 abitanti
Anno 1901 – 3.332 abitanti
Anno 1911 – 3.542 abitanti
Anno 1921 – 3.566 abitanti
Anno 1931 – 3.363 abitanti
Anno 1936 – 2.934 abitanti
Anno 1951 – 2.640 abitanti
Anno 1961 – 2.171 abitanti
Anno 1971 – 1.443 abitanti
Anno 1981 – 1.123 abitanti
Anno 1991 – 1.061 abitanti
Anno 2001 – 817 abitanti
Anno 2011 – 757 abitanti
Gli attuali abitanti del Comune di Preci sono poco meno di 800 e continuano a vivere, oltre che di turismo, anche seguendo le antiche tradizioni che, nei secoli, hanno rappresentato le principali fonti di sostentamento come l’allevamento del bestiame, l’agricoltura e la lavorazione delle carni suine.